La pozione allucinogena non è droga
guru jesino scagionato dal giudice
Gianluca Curzi, seguace del Santo Daime brasiliano, è stato scarcerato. Aveva importato l'ayahuasca dall'Amazzonia
ANCONA - Praticare riti religiosi con una pozione allucinogena di origine naturale non è reato.Questo perchè il principio attivo dell'ayahuasca, pianta che cresce nell'Amazzonia, viene considerata droga dalla legge italiana solo se sintetizzato chimicamente. Con questa motivazione il giudice di ancona ha scarcerato, e di fatto scagionato, il guru jesino Gianluca Curzi, seguace del rito brasiliano del Santo Daime. Un culto sincretista in cui i seguaci pregano, ballano e cantano anche sotto effetto dell'ayahuasca.
Curzi era stato arrestato giorni fa proprio per aver importato via aerea dal Brasile un pacchetto di foglie della pianta, trasformata in 15 litri di pozione. Questo per celebrare con alcuni fedeli del Santo Daime i suoi riti nella tavernetta di casa, trasformata in una sorta di Santuario. All'arrivo della Polizia il guru non si è scomposto, ha spiegato che in molte parti del mondo l'uso della bevanda è legalizzato, e anche in Italia ci sono sentenze favorevoli. La Polizia lo ha arrestato lo stesso.
Ieri tuttavia il giudice ha dato ragione allo jesino, la cui difesa ha prodotto numerose sentenze che definiscono droga il principio attivo della pianta brasiliana solo se sintetizzato in laboratorio. L'ayahuasca allo stato naturale, quindi, non è uno stupefacente vietato. «Ho vinto una battaglia sulla strada della libertà di culto - ha detto Curzi subito dopo la liberazione -. Questa sostanza non fa male, è contenuta in numerose altre piante. Il mio obiettivo, e quello degli altri seguaci del Santo Daime, è far sì che anche in Italia questa bevanda purificatrice venga ammessa nell'ambito delle ceriminie sacre»
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